<%@LANGUAGE="JAVASCRIPT" CODEPAGE="1252"%> Non ho tempo

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giannantonio spotorno                                                                                                    

                                                                                                                                   

Sei tu che dici sempre “Non ho tempo”?

Beh, se è così, vorrei parlare con te di alcune cose. Con te, sia chiaro!

Vorrei discernere di politica, vorrei che mi aiutassi, vorrei aiutarti, vorrei che riuscissimo a pensare perfino di giocare talvolta nella stessa squadra.

Vorrei, vorrei ... vorrei comunicare, conoscere, dare e ricevere compagnia, confrontare le tue e le mie idee.

Si tratta di sentimenti elementari, di parole semplici che esseri umani generosi pronunciano ogni giorno al telefono, per strada, al bar, ovunque.

Semplici parole alle quali purtroppo, forse con qualche leggerezza, tu rispondi quasi sempre: “Non ho tempo”.

Che espressione apatica, non credi?

Poco originale, ripetuta da troppi e troppo spesso col ritmo dell'ossessione e con qualche traccia di presuntuoso vittimismo.

Parole che valgono davvero poco eppure usate da buoni e cattivi, umili e arroganti, contenti e tristi, uomini e donne, poveri e ricchi.

Parole intrise della fantastica giustificazione del “devo lavorare, devo mangiare, devo mantenermi …” e, comunque, parole che sono viatico di un sopravvivere mediocre e offensivo dell’ultimo brandello della tua libertà.

Forse non ci hai mai pensato, ma la mancanza di tempo è una sorta di truffa nella quale sei caduto come un allocco.

Una società che non ha tempo è una società che non pensa e non agisce, una società che non preoccupa lo Stato ed è proprio lui, lo Stato, che per portarti via il tempo ti annega nella preoccupazione, nell’impedimento, nella regola traditrice e nella burocrazia bastarda.

Eh sì, ci sei proprio caduto come un allocco, caro mio!

Non hai tempo insomma, dunque, non credi, non aiuti, non t’impegni e fai come di tutto per non valere nulla, nonostante ti senta un “duro”.

Ho sentito spesso come contesti e come ti lamenti! Quei tuoi toni supponenti, quel coraggio solo urlato, quegli assurdi flash senza cognizione che tu spari come se fossero luce al mondo.

No, non è vero che ti manca il tempo, tu forse scarseggi in umiltà, coraggio e fiducia.

Eppure tutti insieme siamo la forza e quando anche tu la smetterai di non avere tempo, vedrai che quelle istituzioni che ci offendono e quei miserabili uomini di partito, inizieranno ad avere paura.

Caro amico che non hai tempo, caro lavoratore, caro elettore del Centroqua o del Centrolà, procurati un po’ di tempo e di convinzione, sforzati di capire che il mondo va oltre il salotto di casa tua e i muri del tuo ufficio e che proprio lì, oltre quelli, un esercito di amici ti sta aspettando.