<%@LANGUAGE="JAVASCRIPT" CODEPAGE="1252"%> Lettera aperta a Martina

Torna ai titoli                         Lettera aperta a Martina

giannantonio spotorno

 

 

Sei la più giovane tra gli amici Funzionalisti, Martina ed è bello ringraziarti e scriverti qualche riga.

Negli esseri umani della tua età, il cervello corre perfino all’impazzata per diventare mente, però talvolta ci riesce e talvolta no.

Nell’accennata corsa, aggiungendo alle note teorie di Charles Darwin anche le affermazioni di qualcun altro, molto dipende dal mondo che abbiamo intorno, come molto altro dipende da noi stessi.

Non ti conosco, non so nulla di te e nonostante io avverta il desiderio di dirti molte cose, sono consapevole che esse saranno poco rispetto a tutto ciò che nella vita ti toccherà capire … anche se nelle parole “ti toccherà capire” è intrinseco un concetto che volevo dirti.

La vita, come lo scibile, è una sorta di oceano che ti avvolge e del quale è dato a tutti di conoscere solo una parte infinitesima.

E’ ovvio e normale che ogni essere umano accetti serenamente di non poter sapere tutto, ma non é altrettanto normale che faccia scempio della propria vita quando pensa che il sapere sia superfluo.

Certo, se da una parte è però abbastanza insolito imbattersi in chi ritiene che il sapere sia superfluo, dall’altra è invece facile incontrare chi pensa di sapere tutto pur sapendo poco … e questo è davvero un gran problema.

D’acchito, si è abituati a pensare che “chi è causa del suo male pianga se stesso”, ma non è così; chi è causa del suo male è anche causa di molto male altrui e dunque fa piangere anche te.

E’ evidente che sto inneggiando alla cultura, ma certo non invito a pensare che la cultura sia nozionismo mnemonico o inutile fatica.

La cultura è forma mentis, umiltà, riflessione, stile, responsabilità, equilibrio e senso delle cose … la cultura è il solo modo per avere idee che siano davvero idee.

Noi, insomma, siamo quello che sappiamo e quando ci accade di essere convinti di sapere molto pur sapendo molto poco, allora siamo solo dei poveri imbecilli. 

Ecco, si è comunque fortunati se tra le cose che toccherà capire, ci sarà anche qualche segnalazione per riconoscere l’ignoranza.

Essa è raramente silenziosa, anzi fa molto chiasso; del resto è chiaro che non potendo impostarsi in altro modo, sfoghi attraverso l’arroganza e l’urlo … e forse, anche in queste ultime parole, è intrinseco un concetto che volevo dirti.

Beh, sappiamo già che per quante parole io ti scriva, saranno poco più di nulla rispetto a ciò che nella vita ti toccherà capire, però mi va di concludere tirando in  campo un ultimo concetto.

Si tratta della libertà.

La libertà, come l’intelligenza, è tra i doni più grandi che una persona possa avere nella vita, ma capita troppo spesso che sia confusa con il libero arbitrio.

Abbiamo tutti la possibilità di provare sofferenza a causa dell’oppressione che altri ci procurano, ma la sofferenza di per sé non basta per raggiungere la libertà, né per capire come si viva da persone libere.

Dalla libertà di parola, a quella di pensiero, a tante altre, oggi ci si riempie la bocca di tutte le libertà possibili, ma la lingua in libertà, giovane o anziana che sia, non sempre è sintomo di qualche dote.

Mi accingo a salutarti cara Martina, ma c'è un’ultima considerazione.

Non confondere il coraggio con le sciocchezze urlate e non fidarti di chi vuole condurti in mare se non conosce il mare.

Non confondere, insomma, ciò che sembra con ciò che è.

Benvenuta!