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Crimini
“democratici” contro l’umanità
giannantonio spotorno
È più
grave uccidere fisicamente un essere umano oppure costringerlo a
esistere nell’umiliazione e nell’angoscia?
Ciascuno
si faccia personale carico di rispondere, ma per quanto mi riguarda, se
non avessi Fede e fede nella mia possibilità di lottare contro il
sopraffattore, preferirei morire.
In ogni
modo, non v’è dubbio che entrambi i casi citati siano forme di crimine e
se sono perpetrati con metodicità a danno di gruppi di cittadini o di
Popoli interi, allora si tratta di forme di crimine contro l’umanità.
Sono
parole grosse, me ne rendo conto, ma i crimini contro l’umanità hanno
segnato il passo in tutte le epoche della storia, nessuna esclusa.
Dalla
faccenda di Caino, in un mondo evidentemente spopolato, proseguendo
senza sosta fino a Hitler e gli ebrei, Stalin e i suoi kulaki, Saddam e
i suoi irakeni, noi sappiamo che i soprusi del potere non conoscono
sosta e, di fatto, anche il terzo millennio ha esordito confermando tale
tendenza e senza fare sconti … rifiutarsi di ammetterlo è un po’ come
“ragionare” allo stesso modo degli struzzi.
Siamo
ancora testimoni e vittime di crimini contro l’umanità ma oggi, in
democrazia, detti crimini si sottopongono al lifting dell’esteriorità e
se fin qui si sono proposti crudamente con torture e carneficine, ora i
nuovi eccidi della democrazia non schizzano più sangue contro il muro,
ma annientano con cinica lentezza il cittadino e la sua voglia di
vivere.
I nuovi
crimini contro la persona si perpetuano in nome di leggi e regole che
convalidano ogni vessazione da parte delle istituzioni e si fanno forti
di un millantato bene comune che alla fine è solo un pretesto.
Il
concetto dello Stato e delle istituzioni amiche è un mero bigottismo e
più si va avanti e più lo Stato vuole ridurci all’impotenza.
Nulla si
crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma - recita il primo
principio della termodinamica - ma ahimè, anziché riguardare la sola
scienza fisica, questo principio calza perfettamente anche il tema
politico e sociale.
Insomma,
la voglia di commettere crimini contro l’umanità non si estingue, ma si
trasforma e se una volta le dittature, meno schiave dell’esteriorità, si
macchiavano di carneficine “rumorose”, oggi le subdole democrazie
pianificano eccidi psicologici che portano la società civile a vivere
nell’angoscia, nella paura, nell’umiliazione e nella perdita di fiducia,
fino a rendere intrinseco il desiderio di morire, come l’incredibile
aumento di suicidi dimostra.
È molto
grave che il potere organizzato in forma d’istituzione e di Stato
opprima il Popolo che dovrebbe governare, dunque è giusto, molto giusto,
che un Popolo si organizzi per spegnere lo Stato che vuole spegnerlo.
Schiacciati, umiliati, vessati e quant’altro, noi non siamo più soltanto
vittime di orribili politici che ci sfruttano per mantenere le loro
perversioni … ma c’è dell’altro.
Gli
accanimenti che inseguono il cittadino non si limitano più a
impoverirlo, ma vanno avanti per svuotarlo d’ogni cosa fino a renderne
come vitrea l’esistenza.
Il potere
politico vuole gestire i cittadini in “tranquillità”, dunque li vuole
come automi di sembianza umana … senza reagire, noi diventeremo una
sorta di piantagione nelle mani dello Stato. |