In
nessuna attività umana è possibile portare a successo progetti o
iniziative senza competenza eppure, specie in politica, c’è chi confonde
la conoscenza con la marmellata e meno ne ha e più la spande.
I
Funzionalisti non sono antichi, ma dai primi del secolo scorso hanno
scritto molte opere dedicate al tema sociologico.
Da
qualche tempo, si avverte l’utilità di coniugare il pensiero
funzionalista alla politica e, in tal senso, si è ripreso a riflettere e
a scrivere qualcosa.
Oggi, i
Funzionalisti denunciano un potere politico dedito alla tutela di se
stesso e pongono in evidenza come politici tanto indegni quanto astuti
sottomettano un Popolo che non è preparato a contrastarli.
E’ banale
dirlo, ma non si può chiedere ai politici di essere meno astuti, dunque,
almeno in tema politico, occorre darsi da fare perché diventi più astuto
il Popolo.
In tal
senso, i Funzionalisti si propongono come una scuola popolare di
politica che svelando codici, linguaggi, trucchi, debolezze e vizi degli
attuali partiti, possa favorire il Popolo a capire meglio come
affrancarsi dalla loro ignominia.
Detta
scuola deve organizzarsi in modo indipendente dagli attuali partiti
politici, deve cercare collaborazione tra libere persone di buona
volontà, deve tenersi distante da deliranti portatori di assolutismi
personali e deve invitare a prendere atto dell’inflazione di certi
luoghi comuni popolari che ormai procurano
forti danni.
La
modernità, per esempio, offre nuovi sistemi di comunicazione ma è
assurdo pensare che sia già possibile “infilare” la conoscenza nelle
nostre teste come s’infilano i file nei computer.
Ancora
oggi la conoscenza si raggiunge con l’impegno e l’umiltà; essa è
funzionale alla possibilità di capire ed è raro che possa esistere negli
esseri umani come per grazia innata.
Nonostante ci sia della letteratura reperibile su tutto, c’è chi per non
affaticarsi a leggere preferisce chiedere e, ancora peggio, chi pretende
risposte esaustive dai limitati post di un social network.
Mentre ci
sentiamo esperti dei mille diritti della libertà, non sappiamo farci
rispettare dalle istituzioni; eppure, un lieve appello all’umiltà, ci
farebbe capire che non sappiamo proteggerci dalla politica per la scarsa
conoscenza che abbiamo di essa.
Si può
urlare ed essere discreti, ingiuriare e non offendere, usare modi aspri
senza ledere l’educazione, essere severi ma anche rispettosi e così via.
La preparazione, insomma, chiede di mediare perfino tra eventualità
opposte e chi pensa di tagliare corto su questa dualità, è candidato a
non capire nulla e a danneggiare fortemente gli altri.
Tutti
possono leggere e documentarsi, ma ci sono arroganti che pretendono
risposte immediate senza considerare che in quello stesso istante, tra
arroganti e no, stiano magari ponendo domande in altri mille.
E che
dire di chi arriva in un ambiente nuovo, già pontificando ancora prima
di ascoltare?
Poi, c’è
anche chi si sente coraggioso perché urla e chi “parla chiaro” senza
sapere nulla, ma è indecente chi vuole darsi ragione trasformandosi in
un infame detrattore.
La
società non può essere liberata da simili idioti e le persone di buona
volontà hanno il sacrosanto diritto di tenerli lontano.
Nel
creare un fronte contro la politica che sottomette il Popolo, i
Funzionalisti chiamano a raccolta ogni persona libera e umile, ma non
cercano la compagnia di quanti “urlano e parlano chiaro” in nome di un
concreto e subito che non esiste.