<%@LANGUAGE="JAVASCRIPT" CODEPAGE="1252"%> Non so nulla ma so tutto

 

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giannantonio spotorno                                   

 

In nessuna attività umana è possibile portare a successo progetti o iniziative senza competenza eppure, specie in politica, c’è chi confonde la conoscenza con la marmellata e meno ne ha e più la spande.

I Funzionalisti non sono antichi, ma dai primi del secolo scorso hanno scritto molte opere dedicate al tema sociologico.

Da qualche tempo, si avverte l’utilità di coniugare il pensiero funzionalista alla politica e, in tal senso, si è ripreso a riflettere e a scrivere qualcosa.

Oggi, i Funzionalisti denunciano un potere politico dedito alla tutela di se stesso e pongono in evidenza come politici tanto indegni quanto astuti sottomettano un Popolo che non è preparato a contrastarli.

E’ banale dirlo, ma non si può chiedere ai politici di essere meno astuti, dunque, almeno in tema politico, occorre darsi da fare perché diventi più astuto il Popolo.

In tal senso, i Funzionalisti si propongono come una scuola popolare di politica che svelando codici, linguaggi, trucchi, debolezze e vizi degli attuali partiti, possa favorire il Popolo a capire meglio come affrancarsi dalla loro ignominia.

Detta scuola deve organizzarsi in modo indipendente dagli attuali partiti politici, deve cercare collaborazione tra libere persone di buona volontà, deve tenersi distante da deliranti portatori di assolutismi personali e deve invitare a prendere atto dell’inflazione di certi luoghi comuni popolari che ormai procurano forti danni.

La modernità, per esempio, offre nuovi sistemi di comunicazione ma è assurdo pensare che sia già possibile “infilare” la conoscenza nelle  nostre teste come s’infilano i file nei computer.

Ancora oggi la conoscenza si raggiunge con l’impegno e l’umiltà; essa è funzionale alla possibilità di capire ed è raro che possa esistere negli esseri umani come per grazia innata.

Nonostante ci sia della letteratura reperibile su tutto, c’è chi per non affaticarsi a leggere preferisce chiedere e, ancora peggio, chi pretende risposte esaustive dai limitati post di un social network.

Mentre ci sentiamo esperti dei mille diritti della libertà, non sappiamo farci rispettare dalle istituzioni; eppure, un lieve appello all’umiltà, ci farebbe capire che non sappiamo proteggerci dalla politica per la scarsa conoscenza che abbiamo di essa.

Si può urlare ed essere discreti, ingiuriare e non offendere, usare modi aspri senza ledere l’educazione, essere severi ma anche rispettosi e così via. La preparazione, insomma, chiede di mediare perfino tra eventualità opposte e chi pensa di tagliare corto su questa dualità, è candidato a non capire nulla e a danneggiare fortemente gli altri.

Tutti possono leggere e documentarsi, ma ci sono arroganti che pretendono risposte immediate senza considerare che in quello stesso istante, tra arroganti e no, stiano magari ponendo domande in altri mille.

E che dire di chi arriva in un ambiente nuovo, già pontificando ancora prima di ascoltare?

Poi, c’è anche chi si sente coraggioso perché urla e chi “parla chiaro” senza sapere nulla, ma è indecente chi vuole darsi ragione trasformandosi in un infame detrattore.

La società non può essere liberata da simili idioti e le persone di buona volontà hanno il sacrosanto diritto di tenerli lontano. 

Nel creare un fronte contro la politica che sottomette il Popolo, i Funzionalisti chiamano a raccolta ogni persona libera e umile, ma non cercano la compagnia di quanti “urlano e parlano chiaro” in nome di un concreto e subito che non esiste.