No, non
bravi e maledetti, ma bravi alcuni e maledetti altri.
Come
potremmo biasimare gli italiani per bene, quelli che colmano il Paese di
volontariato, quelli umili, educati, discreti, disponibili, quelli che
aiutano gli altri, che sanno stare al loro posto, che studiano e che
possiedono chissà quali atre meravigliose qualità?
Sono
quelli gli italiani di cui cercare l’amicizia e con cui unirsi per
costruire il futuro!
Le
rivoluzioni sono solo culturali, le altre non esistono e chi già
d’acchito non è d’accordo con questo concetto, allora è facile che sia
uno degli italiani che stiamo per descrivere.
I
presuntuosi, i maleducati, i grossolani, i chiassosi, gli aggressivi, i
guappi, i linguacciuti e gli ignoranti che a volte sono così ignoranti
che non possono rendersene conto.
Gli
italiani per bene sono stanchi di loro, proprio come sono stanchi dei
politici indegni.
Gli
italiani maledetti sognano, ma non sanno realizzare alcun sogno.
Hanno
fantasia, ma la confondono con la concretezza.
Credono
di essere liberi, ma non capiscono cosa sia la libertà.
Hanno
voglia di parlare, ma parlano troppo anche quando non sanno nulla.
Sono
individualisti, ma totalmente incapaci di essere oggettivi.
Pensano,
ma credono che il loro pensiero sia la realtà.
Hanno la
bocca piena di democrazia, ma solo la bocca.
Possiedono l’entusiasmo, ma lo perdono come acqua in un cesto.
Annegano
i loro piccoli cervelli nell’incontinenza dell’impulsività, mentre la
loro invidia li trasforma in infami detrattori privi di ogni senso
etico.
Si vedono
compiuti perché si osservano con gli occhi della vanità e non sanno
adeguarsi ad alcun contesto che cerchi organizzazione, costanza e
disciplina.
Non hanno
alcuna capacità d’attesa né di strategia, hanno il pallino del parlare
chiaro senza sapere quanto sia banale, predicano il concreto e subito ma
lo aspettano tutta la vita, si sentono coraggiosi perché urlano, ma
sbrodolano sempre di ogni incontinenza.
Denigrano
la cultura e predicano il semplice perché non possono capire nulla di
complesso … sono esseri piccoli e rumorosi alla stregua di pidocchi con
la tosse.
Sono la
permalosità per antonomasia e si offendono per tutto con la stessa
facilità con cui offendono tutti.
Accusano
gli altri dei loro stessi limiti e si sentono saggi, giusti, dignitosi,
onesti e parchi pur essendo soltanto dei difetti intellettuali che
camminano.
Si
credono docenti dei codici della democrazia e gozzovigliano sui mille
diritti della libertà rotolandosi in essi come maiali nella melma.
Predicano
l’azione, il tempo e l’obiettivo, ma basta incontrarli in un social
network per prendere atto che fanno perdere solo tempo oltre ad
esasperare gli animi.
Non sanno
nulla di cosa voglia dire mettersi a disposizione, né di cosa sia la
costanza quotidiana, così come non sanno che a volte il senno impone di
andare avanti solo di un piccolo passo al giorno.
Con loro
non è possibile costruire nulla né organizzare assetti per contrastare
la prepotenza dei politici e la sofferenza in cui ci buttano le
istituzioni.
Sono
esseri negativi ed è tempo che gli italiani per bene capiscano di
doversi tenere distanti da loro, come stanno già facendo con gli infami
politici di partito.
A volte è
necessario mettere in guardia da qualcuno e in tale circostanza è
doverosa l’assenza di ogni ipocrisia.