Torna ai titoli                                                                       Italiani bravi e maledetti

giannantonio spotorno                                                                                                               

No, non bravi e maledetti, ma bravi alcuni e maledetti altri.

Come potremmo biasimare gli italiani per bene, quelli che colmano il Paese di volontariato, quelli umili, educati, discreti, disponibili, quelli che aiutano gli altri, che sanno stare al loro posto, che studiano e che possiedono chissà quali atre meravigliose qualità?

Sono quelli gli italiani di cui cercare l’amicizia e con cui unirsi per costruire il futuro!

Le rivoluzioni sono solo culturali, le altre non esistono e chi già d’acchito non è d’accordo con questo concetto, allora è facile che sia uno degli italiani che stiamo per descrivere.

I presuntuosi, i maleducati, i grossolani, i chiassosi, gli aggressivi, i guappi, i linguacciuti e gli ignoranti che a volte sono così ignoranti che non possono rendersene conto.

Gli italiani per bene sono stanchi di loro, proprio come sono stanchi dei politici indegni.

Gli italiani maledetti sognano, ma non sanno realizzare alcun sogno.

Hanno fantasia, ma la confondono con la concretezza.

Credono di essere liberi, ma non capiscono cosa sia la libertà.

Hanno voglia di parlare, ma parlano troppo anche quando non sanno nulla.

Sono individualisti, ma totalmente incapaci di essere oggettivi.

Pensano, ma credono che il loro pensiero sia la realtà.

Hanno la bocca piena di democrazia, ma solo la bocca.

Possiedono l’entusiasmo, ma lo perdono come acqua in un cesto.

Annegano i loro piccoli cervelli nell’incontinenza dell’impulsività, mentre la loro invidia li trasforma in infami detrattori privi di ogni senso etico.

Si vedono compiuti perché si osservano con gli occhi della vanità e non sanno adeguarsi ad alcun contesto che cerchi organizzazione, costanza e disciplina.

Non hanno alcuna capacità d’attesa né di strategia, hanno il pallino del parlare chiaro senza sapere quanto sia banale, predicano il concreto e subito ma lo aspettano tutta la vita, si sentono coraggiosi perché urlano, ma sbrodolano sempre di ogni incontinenza.

Denigrano la cultura e predicano il semplice perché non possono capire nulla di complesso … sono esseri piccoli e rumorosi alla stregua di pidocchi con la tosse.

Sono la permalosità per antonomasia e si offendono per tutto con la stessa facilità con cui offendono tutti.   

Accusano gli altri dei loro stessi limiti e si sentono saggi, giusti, dignitosi, onesti e parchi pur essendo soltanto dei difetti intellettuali che camminano.

Si credono docenti dei codici della democrazia e gozzovigliano sui mille diritti della libertà rotolandosi in essi come maiali nella melma.

Predicano l’azione, il tempo e l’obiettivo, ma basta incontrarli in un social network per prendere atto che fanno perdere solo tempo oltre ad esasperare gli animi.

Non sanno nulla di cosa voglia dire mettersi a disposizione, né di cosa sia la costanza quotidiana, così come non sanno che a volte il senno impone di andare avanti solo di un piccolo passo al giorno.

Con loro non è possibile costruire nulla né organizzare assetti per contrastare la prepotenza dei politici e la sofferenza in cui ci buttano le istituzioni.

Sono esseri negativi ed è tempo che gli italiani per bene capiscano di doversi tenere distanti da loro, come stanno già facendo con gli infami politici di partito.

A volte è necessario mettere in guardia da qualcuno e in tale circostanza è doverosa l’assenza di ogni ipocrisia.