Torna ai titoli                                                                           Lobby Popolare

                                                                                                                                                                          (Manifesto)

                                                                                              

giannantonio spotorno                                                                                                                 

 

 

Ti piace sostenere il contrario ma non è vero che sei libero, in più non hai saputo costruire la democrazia né alcuna giustizia … vuoi insistere a pensare che non sia anche colpa tua? 

Lobby Popolare è il partito politico emanato dal movimento culturale dei Funzionalisti; esso omaggia la storia e anche la storia del pensiero ma respinge quelle fissazioni ideologiche per cui, almeno fin qui, ogni soggetto politico si è sentito obbligato a qualificarsi come di Sinistra, di Centro o di Destra.

Lobby Popolare avverte il concetto di permeabilità ideologica di cui trova testimonianza nel pensiero macro e micro Funzionalista.

A cavallo tra fine Ottocento e primi Novecento, i Funzionalisti, ancora filosofi, divengono precursori del pensiero sociologico, portatori cioè di riflessioni profonde che si riveleranno presto come basi portanti della moderna scienza sociologica.

Emil Durkheim, Talcott Parsons, Robert King Merton, Marion Joseph Levi, Max Weber, Kurt Lewin e altri affermano che la società sia un insieme di parti interconnesse e nessuna di esse può essere compresa se isolata dalle altre.

I macro organismi sono gli Stati e gli apparati, mentre i micro organismi sono realtà più piccole fino alla dimensione del singolo individuo; la società è in armonia quando al suo interno ogni parte sa ed è messa in condizione di svolgere il proprio compito.

In opposizione alla concezione marxista, i Funzionalisti non definiscono la società come “massa”, ma come un insieme di individui ed entrambi, macro e micro Funzionalisti, concordano che non possa esistere una società felice se non sono felici gli individui che la compongono.

I Funzionalisti di oggi estendono al campo politico gli eccellenti risultati della ricerca sociologica e affermano che la modernità abbia il compito di trasformare la politica in una quotidiana opportunità per la società e per il cittadino.

Un movimento culturale che operi in tal senso, deve trovare sintesi nell’emanazione di un partito politico che intenda, senza ambiguità, la gestione della politica come funzionale alle aspettative della società e, dunque, dei singoli individui.

Lobby popolare afferma che non può esistere una politica funzionale alle aspettative della società se si prescinde dalla preparazione culturale e politica della società stessa; insomma, il popolo non può “delegare” anche la cultura e, pertanto, il partito “Lobby Popolare” prende le mosse da due intuizioni basilari: 

 

  l’esistenza di dinamismo nel rapporto quantità/qualità;

  la possibilità del popolo di svolgere attività privilegiate che, come per una sorta di mandato esclusivo, sono state fin qui

   riservate a ristrette “lobby elitarie”.  

 

La qualità è una percentuale della quantità. In un campione di esseri umani, come di animali, di ortaggi o di oggetti di qualsiasi natura, gli elementi qualitativamente migliori sono una porzione dell’insieme; ciò genera il concetto di elite che, specie in campo sociale, offre possibilità di accedere a opportunità maggiori.

Non avvilendo il concetto di elite nel solito pregiudizio ideologico e riferendolo semplicemente a un livello di qualità più alto, è possibile capire che se una parte ristretta della società ha più facile accesso alle opportunità migliori, allora la democrazia e la politica devono garantire che ciò accada alla maggiore quantità possibile di popolo e non il contrario come è oggi.

Insomma, la politica non può accettare che la qualità sia una sorta di percentuale fatalmente statica della quantità, se non una percentuale a ribasso, se non addirittura un’opzione riservata a pochi.

La gestione della politica non può essere monopolio di un gruppo d’impostori che intendono l’evoluzione culturale del popolo come un elemento che destabilizza la loro posizione di privilegio.

La gente che protesta nel chiasso e alla rinfusa, non conta nulla e i politici vigenti lo sanno così bene che hanno annullato il popolo spingendolo a forme di lotta rozze ed effimere nell’illusione di diritti impossibili.

Piaccia o no, si prenda finalmente atto che la protesta politica popolare italiana è fin qui stata una triste sequenza di fallimenti totali. Attribuire qualità strategiche al chiasso è un convinzione demenziale; occorre invece studiare e riflettere per capire come organizzare una struttura popolare che possa essere efficace.

Un popolo impreparato non può avere la democrazia e chi si ostina a non capirlo, tragga monito dai lunghissimi decenni di fallimenti popolari che precedono.

Lobby Popolare chiama a raccolta il popolo che per liberarsi degli impostori al potere, ha capito che deve studiare, conoscere e prepararsi abiurando l’emotività e l’improvvisazione.

Lobby popolare chiama a raccolta il popolo che ha capito che in politica non esiste il “facile” né il “concreto e subito” né alcun successo che derivi dal chiasso o da certo “folklore”.

Lobby Popolare, invece, non chiama a raccolta quel popolo che si mostra apatico a qualsiasi forma di disponibilità e d’impegno, eccetto il logorroico uso della “lingua”.